Invia:
Condividi:

Cosa fare e vedere a Ravenna

Autunno, Il Territorio, Primavera Autore: Veronica Dallamora 19 Maggio 2022
IMG 6572

Ravenna è la città più grande e storicamente più importante della Romagna; il suo territorio comunale è il secondo in Italia per superficie, superato solo da quello dal territorio romano. 

Nella sua storia, Ravenna è stata capitale ben tre volte e grazie ad una ricchezza storica e architettonica, dal 1996, rientra nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Ravenna by feet!

Ravenna ha un fantastico pregio che molte delle città più belle d’Italia non hanno: la comodità di essere visitata interamente A PIEDI

Il centro storico ha, infatti, un’ampia zona pedonale chiusa al traffico, in cui è facile passeggiare sulle strade che un tempo erano antiche vie d’acqua e che oggi sono diventati spazi urbani fantastici. Così facendo si può scoprire una dimensione di pace in perfetta armonia con la storia.

Ravenna , inoltre, è ed è stata tappa di alcuni dei cammini più importanti che attraversano il territorio emiliano romagnolo, uno fra questi fu quello dedicato a Dante Alighieri.

E noi oggi vogliamo proporre proprio 3 CAMMINI con i quali indirizzare al meglio tutti i nostri turisti all’interno di questa splendida città: 

  1. CAMMINO PATRIMONIO DELL’UNESCO
  2. CAMMINO DANTESCO
  3. CAMMINO DEL BUONGUSTAIO

Cammino Patrimonio dell’UNESCO

34 minuti a piedi con i quali visitare i fantastici siti patrimonio dell’Unesco.

Partiamo dal Mausoleo di Teodorico, forse uno dei punti più lontani dal centro, ma dal quale vale veramente la pena iniziare così che poi tutto il successivo percorso si possa svolgere all’interno della città. 

Il Mausoleo di Teodorico è la più celebre costruzione funeraria realizzata dagli Ostrogoti in Italia.

Fatto costruire da Teodorico come proprio luogo sepolcrale attorno al 520 d.C., il monumento unisce le influenze orientali e la tradizione costruttiva romana, dando vita ad un mix tra l’antico popolo romano e quello dei goti “invasori”.

A ricoprire l’intera opera una grande cupola dalle misure sorprendenti, non esiste un’opera uguale nel patrimonio architettonico antico e moderno.

Secondo una leggenda popolare, la cupola sarebbe stata squarciata da un lampo divino che, abbattendosi su Teodorico seduto all’interno, lo avrebbe ucciso come punizione per i suoi misfatti, ma molto più probabilmente ha semplicemente ceduto sotto l’immenso peso della stessa.

Le spoglie di Teodorico, qui custodite, furono rimosse e disperse durante il dominio bizantino quando, a seguito dell’editto di Giustiniano del 561 d.C., il mausoleo fu trasformato in oratorio.

Passiamo alla seconda tappa del nostro tour: Il Battistero degli Ariani.

Inglobato tra le abitazioni del centro storico, è difficile immaginare il battistero nel suo originale splendore.

Doveva apparire,  infatti, molto più imponente in altezza considerando i suoi quasi 3 metri, oggi 1 piano è interrato e monitorato per scongiurare nuovi allagamenti. 

Al suo interno l’unica parte conservata è la cupola rivestita di mosaici raffiguranti il battesimo del Cristo, un’iconografia presente anche nel battistero Neoniano.

Infatti possiamo ammirare nella parte centrale il Cristo immerso nell’acqua fino ai fianchi, mentre nella fascia concentrica il corteo dei dodici apostoli, divisi in due schiere, che incedono verso un grande trono sormontato dalla croce.

Proseguendo il cammino non possiamo che soffermarci alla Cappella Arcivescovile o di Sant’Andrea. 

Costruita agli inizi del V secolo d.C. su volere del vescovo Pietro II, la Cappella Arcivescovile è l’unico monumento ortodosso ancora esistente in città realizzato ai tempi di Teodorico come oratorio privato al servizio dei vescovi cattolici.

A seguito della conquista di Ravenna da parte dei bizantini, la cappella fu dedicata a Sant’Andrea, le cui reliquie arrivarono in città direttamente da Costantinopoli circa alla metà del VI secolo.

Ma la cosa più stupefacente è tutto il motivo decorativo in mosaico presente all’interno della cappella il quale celebra chiaramente il Salvatore in un’interpretazione totalmente anti-ariana.

A pochi passi da questo capolavoro in mosaico possiamo scorgere la quarta tappa e cioè il Battistero Neoniano.

Posto a lato dell’attuale Duomo di Ravenna, il Battistero Neoniano (o degli Ortodossi), edificato attorno agli inizi del V secolo, è uno dei monumenti più antichi di Ravenna, nonché parte integrante del circuito cittadino degli edifici paleocristiani.

La magia delle sue decorazioni interne, soprattutto dei mosaici, è tale che addirittura Carl Gustav Jung, uno dei padri della Psicanalisi, ne rimase colpito tanto da descrivere la sua visita come una meravigliosa “allucinazione”

Raggiungendo l’ultimo tratto del nostro cammino incontriamo 2 monumenti, ultimi in ordine temporale di tragitto ma non di certo ultimi per importanza: La Basilica di San Vitale e Museo di Galla Placidia.

La Basilica di San Vitale è uno dei monumenti più importanti dell’arte paleocristiana in Italia e nel Mondo.

Siamo nel cuore della città, a due passi dal fulcro della vita cittadina e dalle domus signorili ed essa è la testimonianza della grandezza dell’impero bizantino.

L’edificio, infatti , spicca per la raffinatezza e la preziosità delle sue decorazioni e dei materiali impiegati, come pietre e mosaici ma anche per l’originalità delle soluzioni spaziali adottate.

Il Museo di Galla Placidia, Semplice e modesto nelle forme, colpisce subito la vista per via della sua particolare struttura in mattoni posta immediatamente alle spalle della Basilica di San Vitale.

Visto dall’esterno l’edificio appare molto semplice ma è al suo interno che avviene la magia: 

Il visitatore appena entrato nel monumento viene avvolto da un’atmosfera suggestiva con un passaggio improvviso tra luce esterna e penombra dell’interno proprio come se fosse un invito alla scoperta mistica di un viaggio in un’altra dimensione che sta sospesa tra Terra e Cielo.

Questa transizione fa sì che il “viaggiatore” alzi lo sguardo verso l’alto e contempli la volta fatta di stelle dorate incastonate in un cielo blu. L’insieme di tale spettacolo emana un’energia così suggestiva a cui nessuno è mai riuscito a sottrarsi.

Tra tutti i visitatori anche stranieri ricordiamo il jazzista americano Cole Porter che, venuto a Ravenna per il suo viaggio di nozze, rimase così colpito dalla bellezza di questi mosaici, da comporre la canzone: “Night and Day”.

Arrivati  ora alla conclusione di questo cammino voi direte, perché non ci hai portato a visitare Sant’Apollinare Nuovo e/o Sant’Apollinare in Classe?

Bè, miei cari viaggiatori, se siete arrivati qui a leggere tutto questo mio dolce parlare probabilmente saprete già che queste 2 ultime citate sono i monumenti patrimonio dell’Unesco per eccellenza e probabilmente li avete anche già visti in quanto capolavori dell’arte e dell’architettura e se così non fosse… beh, non ditelo a nessuno e correte a vederle!!!

afV3rnQjF1tTIGDpKC31akMo epOZ49bduT9xIVZ3XUz1kRE3OhG63aOjIrbrBQnOAp43m4r7PyDEcYA8p0M Jnj6EbFM0Lm9WIrLUxW5htSDRP5fD002v91krsbnBrhO

Cammino Dantesco

Iniziamo il viaggio attraverso questa nostra “selva oscura” partendo da un’importante location: 

Gli Antichi chiostri Francescani

E voi direte cosa c’entra Dante con i Francescani? Bè non vi è domanda più errata…Infatti la struttura del Chiostro, anche se modificata più volte nel corso dei secoli, conserva un alto valore simbolico e morale, ricordando la permanenza di Dante Alighieri in città.

Il Chiostro costruito durante l’età medievale (1261) faceva parte del convento dei frati minori francescani, subito alle spalle della Basilica di San Francesco, che nel 1321 aveva ospitato i solenni funerali del Sommo Poeta e oggi ospita il Museo di Dante.

Situato al primo piano dell’ex convento francescano, il Museo di Dante propone un viaggio a 360° attraverso la vita di Dante Alighieri, colui che fu il Padre della Lingua Italiana.

Ne fu realizzata una prima “bozza” nel 1921, in occasione delle celebrazioni del VI centenario della morte del Poeta e venne decretato come deposito dei cimeli danteschi in possesso dal comune ravennate solo successivamente subì poi una lunga ristrutturazione per risistemazioni e integrazioni negli allestimenti in prospettiva del 700° Anniversario della morte Dante che è stato festeggiato nel 2021.

Ora il museo, strutturato in più sale, offre a tutti i visitatori un percorso emozionale attraverso la vita artistica di Dante, approfondendo il tema della Divina Commedia e della fortuna che questa ha portato nella sua vita.

A rendere inoltre il tutto più coinvolgente è una serie di reperti e oggetti importanti, come la cassetta in cui i frati nascosero le ossa del Poeta e l’arca in cui esse furono esposte al pubblico nel 1865, dopo il loro fortuito ritrovamento durante i lavori di manutenzione del convento adiacente la tomba di Dante.

Ed ecco che il nostro cammino dantesco prosegue all’esterno dei Chiostri Francescani, più precisamente all’ombra di una grande quercia piantata da Giosuè Carducci agli inizi del ‘900 infatti è proprio qui che è stata eretta La Tomba di Dante. 

Questa non fu solo l’ultimo luogo di riposo del Sommo Poeta, ma fu anche fulcro del famoso “Mistero delle Ossa”, ma non saremo noi a farvi uno spoiler su questo mistero perché vivere le trame di questo fitto inghippo direttamente a ravenna è tutta un’altra cosa, pertanto mi raccomando seguite le esperte guide ravennati con attenzione! 😉 E come poteva finire il nostro cammino se non con un’opera d’arte?

Bè allora dirigetevi in via Giuseppe Pasolini 21/A e proprio di fronte alla Caffetteria Guidarello troverai un fantastico murales di una Dante multicolor!! 

Cammino del Buongustaio

In questo cammino culinario ti proporremo 5 diversi prodotti tipici che potrete trovare ovunque a Ravenna e che dovrete assolutamente assaggiare!!

  1. Ovviamente LA PIADINA, un must per chi viene in vacanza nelle zone romagnole. Per farvi capire l’importanza di questo piatto vi scrivo di seguito un nostro detto tipico “La pida se parsot la pis un po ma tot ,a me l’ha ma fat mel, l’ha ma mamd in tl’uspidel ,la mand in punta ad morta… ma a magn la pida un’enta volta” ( La piada con il prosciutto piace un po’ a tutti, ma a me mi ha fatto male e mi ha mandato all’ospedale, in punta di morte, ma ho mangiato la piada un’altra volta). Detto questo, farcitela con ogni ben di dio e gustatevela!
  2. I CAPPELLETTI (caplét in dialetto) , non esiste Romagnolo che almeno una volta nella vita non abbia provato a fare con i propri nonni dei cappelletti a mano. 
    Si tratta di pasta all’uovo tagliata a quadrati riempita poi di formaggio. Un tempo si preferiva quello di “fossa”, oggi prevalentemente il Parmigiano o il Grana, chiusi infine in modo da ottenere una forma a cappello, molto simili ai tortellini, ma più grandi.
  3. I PASSATELLI, se la vita regala delle gioie , bè sicuramente i passatelli sono una di queste. Impasto composto di uova, formaggio, pane raffermo grattugiato, noce moscata, e in seguito schiacciato con un attrezzo particolare “il ferro da passatelli” o “e fér, difficilmente da trovare fuori della Romagna, costituito da una lamiera tonda forata e dotata di due manici. In alternativa è possibile utilizzare uno schiacciapatate a fori grossi, ma non ditelo ad un romagnolo che è quasi blasfemia. 
  4. TAGLIATELLE AL RAGU’, qua nella nostra terra di Romagna abbiamo un detto che fa: “Puoi essere bella/o quanto vuoi, ma se non sai fare la sfoglia non vai da nessuna parte“. Ed è proprio vero: 9 donne su 10 in Romagna sono vere azdore ovvero le regine del focolare.
  5. IL SANGIOVESE DOC. Non si può definire una cena o un pranzo gustoso senza aver bevuto un bel bicchiere di Sangiovese. Un vino questo che riflette appieno nella sua forma la forza e il calore dei romagnoli, ma anche la tenerezza dei loro sentimenti.

Dice il romagnolo : “Contra i pinsir un gran rimedi l’è e’ bicir” ( Contro i pensieri un gran rimedio è un bicchiere di vino)

E ora tocca a voi scegliere quale CAMMINO intraprendere!!!! E ricordate : “A penza pina u’s rasounna mey!“ (A pancia piena si ragiona meglio!).