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San Leo: il borgo romagnolo della Val Marecchia

Estate, Il Territorio, Inverno, Tempo Libero e Divertimento Autore: Veronica Dallamora 20 Giugno 2022
san leo view

Arroccata su un massiccio di roccia calcarea in provincia di Rimini, San Leo è definito uno dei “Borghi più belli d’Italia”. La sua storia è strettamente legata al San Marino e ai santi Leone e Marino. Si tratta di una perfetta gita di un giorno in cui riscoprire una location fantastica e particolarmente strategica resa appetibile tra il Medioevo e il Rinascimento, quando le grandi famiglie dell’epoca come i Malatesta, i Montefeltro, i Medici e i Della Rovere si facevano guerra l’un l’altro tentando di predominare gli uni sugli altri all’interno del panorama politico italiano.

San Leo – Montefeltro

San Leo è anche conosciuta con il nome di Montefeltro, poiché riprende le origini dal suo nome romano: Mons Feretrius. Già dal III secolo d.C., questa zona era punto d’interesse per i Romani che avevano iniziato a costruire templi proprio sulla massa rocciosa in cui si trova l’odierna città. Infatti questo punto era perfetto per l’osservazione della valle del Marecchia inoltre non vi era bisogno di cinta murarie perché posta a 600 metri d’altezza la scogliera forniva tutta la protezione necessaria. 

A un certo punto della sua storia San Leo venne frequentata anche da Dante Alighieri e San Francesco, ma il massimo della sua celebrità la raggiunse grazie agli insediamenti religiosi,  venutasi a creare dopo che l’eremita dalmata Leone e  Marino, ritiratosi sul vicino Monte Titano, contribuì all’avvento del cristianesimo nel Montefeltro. Da quel giorno diventarono San Leone e San Marino.

Cosa visitare a San Leo?

San Leo offre davvero tanti punti d’interesse da visitare e noi abbiamo pensato di elencarvene alcuni :

Il Duomo 

Il Duomo di San Leone, è il principale luogo di culto di San Leo Uno ed è uno dei migliori esempi di architettura lombardo-romanica, risalente al VII secolo e cioè quando la città divenne sede della diocesi di Montefeltro. E ‘stato ricostruito in pietra arenaria locale e un tempo custodiva le spoglie di San Leo, ma tutto ciò che rimane oggi è solo il coperchio sarcofago.
La specialità di questo luogo è di riuscire a beccare le rare occasioni di apertura per accedere al magnifico campanile dal quale si può godere di una vista panoramica mozzafiato.

La Pieve di Santa Maria Assunta 

La Pieve è la chiesa più antica della città e di tutto il Montefeltro, rappresentando la prima testimonianza “tangibile”  della cristianizzazione operata da San Leone tra il III e il IV secolo. I suoi capitelli e le sue colonne sono stati recuperati dai templi romani e risalgono tra il I e il IV secolo. La leggenda vuole che San Leo stesso costruì la chiesa e sotto la chiesa c’è una cripta e un santuario dedicati al santo.

Il Forte di San Leo 

O anche conosciuta con il nome di Rocca di San Leo venne apprezzata dai Romani e in seguito, dai Bizantini, dai Goti e dai Longobardi grazie alla sua architettura e alla posizione strategica. 

Una prima “bozza” di fortificazione sulla cima del monte fu costruita dai romani. Solo in un secondo momento e più precisamente nel 1441 il giovane Federico da Montefeltro fu il mandante della nuova riedificazione della rocca affidando il compito all’ingegnere senese Francesco di Giorgio Martini. 

La nuova struttura permetteva una migliore controffensiva, infatti i lati della rocca vennero dotati di artiglieria e le vie d’accesso vennero rese non raggiungibili dai nemici grazie agli avamposti militari. 

Dagli inizi del 1500 sino alla devoluzione allo Stato Pontificio del ducato di Urbino, nel 1631, San Leo passò di mano in mano a famiglie e signori della nostra regione. Con il nuovo possesso della Famiglia Della Rovere l’edificio passò da rocca a carcere, le cui celle erano ricavate negli alloggi dei militari. 

Fra i reclusi più rinomati possiamo trovare i nomi di Felice Orsini e di Cagliostro: avventuriero, truffatore alchimista ed esoterista italiano. 

Dal 1906 fino al 1914 la fortezza cessò di essere un carcere e ospitò una compagnia di disciplina militare. Attualmente la  fortezza ospita un museo d’armi e una pinacoteca.

Palazzo Mediceo

L’edificio si presenta a chi lo visita come una scenografia da cui si irradia la piazza principale.

Situato tra Pieve e Duomo, il Palazzo presenta una struttura rinascimentale, anche se manca la caratteristica tipica delle residenze fiorentine cioè la corte centrale. I restauri, terminati nel 1995, hanno riportato l’edificio alle dimensioni originarie. Inoltre lo stemma con il Giglio di Firenze, è scolpito ben visibile in una pietra che reca la data 1521.

I della Rovere, tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, ampliarono il Palazzo aggiungendo la sala del teatro, nella quale ritroviamo l’emblema della famiglia ligure (il caratteristico rovere dai rami intrecciati).

Nel 1631 anche questo palazzo divenne di proprietà della Chiesa. 

Nel 1948 fu ulteriormente ampliato con la creazione di un piano rialzato probabilmente per ricreare l’armonia alterata dal rimaneggiamento seicentesco.

Infine attualmente il Palazzo ospita il Museo d’Arte Sacra nel piano superiore, gli uffici culturali, l’Archivio Storico e la Biblioteca. 

Piazza Dante

Piazza Dante è  la piazza principale di San Leo ed è adornata da una bella fontana. Tutti i luoghi d’interesse di San Leo si affacciano su questa piazza come anche tantissimi negozi di souvenir, caffè e ristoranti. Le tradizioni culinarie di San Leo sono un misto tra quelle dell’Emilia-Romagna e delle Marche. 

Infatti a seconda della stagione possiamo trovare castagne, tartufo, fungo prugnolo, ma anche formaggi come il Raviggiolo, e quello di Fossa senza dimenticarsi del buon rosso Sangiovese e/o del bianco scegliendo il Trebbiano di Romagna. Ma vera specialità di San Leo però è un liquore locale che prende il nome dal famoso alchimista e cioè il “Balsamo di Cagliostro”.

La leggenda narra che il Conte Cagliostro avesse trovato una ricetta segreta per realizzare un liquore proprio mentre si trovava rinchiuso in prigione. Il liquore in questione era un digestivo preparato con liquirizia e altre erbe.

Per molti anni Leonardo Leardini, appassionato di erbe e autodidatta aveva trovato la ricetta mescolando diverse composizioni di balsami e infusi così nel suo liquorificio artigianale ha prodotto questo digestivo per anni. Purtroppo però oggi il liquore originale non viene più prodotto in quanto Leonardo Landini ha portato con sé nella tomba la ricetta segreta del Balsamo di Cagliostro e il nipote Mauro che gestisce ora il liquorificio ha deciso di proseguire l’attività vendendo altri tipi di liquori.

A San Leo oggi è ugualmente possibile acquistare il Balsamo di Cagliostro che per ovvi motivi però è un’ ottima imitazione di quello originale.

Non so voi ma a me tutto questo gran parlare mi ha fatto venire una certa voglia di liquore alla liquirizia e allora direi che…Ci si incontra in Piazza Dante! 😉